Lady Oscar torna su Netflix: la mia recensione del film Le rose di Versailles

C’era una volta una donna, una divisa militare e un cuore in tempesta. Lady Oscar, l’indimenticabile protagonista de Le Rose di Versailles, torna sugli schermi grazie a Netflix con un nuovo film anime diretto da Ai Yoshimura, prodotto dallo studio MAPPA.

Uscito in Italia il 30 aprile 2025, il film è il secondo adattamento animato dello storico manga di Riyoko Ikeda, dopo la celebre serie del 1979. Un remake attesissimo da chi è cresciuto con l’anime e da una nuova generazione di fan degli anime storici, dei period drama e dei personaggi fuori dagli schemi.

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La passione di Riyoko Ikeda per la Rivoluzione Francese

Negli anni ’70, Riyoko Ikeda non era solo una mangaka: era una giovane donna appassionata di storia. Studiava intensamente la Rivoluzione Francese e rimase affascinata dalla figura di Maria Antonietta, una regina tanto idolatrata quanto criticata. Ikeda decise che voleva raccontare quegli eventi, ma da una prospettiva originale e potente.

Per rendere la sua storia ancora più coinvolgente, Ikeda inventò il personaggio di Oscar François de Jarjayes, una donna cresciuta come un uomo per servire la monarchia francese. Questo le permise di esplorare temi allora rivoluzionari come la fluidità di genere, il ruolo delle donne in una società dominata dagli uomini e la tensione tra dovere e desiderio personale.

Il manga di Ikeda è ricco di personaggi storici realmente esistiti, come Maria Antonietta, Luigi XVI e il Conte di Fersen, ma li ha intrecciati con figure fittizie come Oscar e André che ha reso Lady Oscar non solo un manga storico, ma anche una storia profondamente umana e drammatica.

L’opera ebbe un impatto straordinario, diventando una serie animata nel 1979 e diffondendosi anche in Europa, dove ha lasciato un segno indelebile. Ancora oggi, Lady Oscar è considerata una delle più grandi storie mai raccontate nel mondo del manga e degli anime. È una saga che ha saputo coniugare fatti storici e tormenti umani, politica e sentimenti, guerra e introspezione personale.

La trama di Le rose di Versailles Lady Oscar (film Netflix 2025)

Siamo nella Francia del XVIII secolo. L’arciduchessa austriaca Maria Antonietta arriva a Versailles per sposare il delfino di Francia, Luigi Augusto. Tra le guardie che la accolgono, i suoi occhi si posano su una figura enigmatica in uniforme: Oscar François de Jarjayes, ufficiale della Guardia Reale, donna cresciuta come un uomo per volere del padre, il generale Jarjayes. Al suo fianco c’è André Grandier, fedele attendente e amico d’infanzia, legato a lei da un affetto profondo e silenzioso.

Passano gli anni e la giovane delfina scopre che il trono non offre felicità. Dopo tre anni di matrimonio, Maria Antonietta si sente sola, senza amore. Una sera, in incognito, partecipa a un ballo in maschera a Parigi e conosce Hans Axel von Fersen, affascinante conte svedese.

Nel frattempo, Oscar assiste alla sofferenza del popolo e alle ingiustizie della monarchia. Inizia a mettere in discussione tutto: il suo ruolo, il suo onore, la sua lealtà. Decide di lasciare la Guardia Reale per unirsi alle Guardie Francesi, più vicine al popolo. Un gesto che segna la sua presa di coscienza e la sua trasformazione. È il 1789. La Francia è una polveriera. La Rivoluzione francese è alle porte. I destini di Oscar, André e Maria Antonietta si intrecciano sullo sfondo di un mondo che sta per crollare. Un intreccio epico di passioni, ideali e rivoluzioni, dove le scelte personali diventano atti politici.

La mia recensione

La prima cosa che colpisce è l’estetica: l’animazione è curata e moderna e qui va riconosciuto il merito allo studio MAPPA. I personaggi, pur ridisegnati, mantengono fedelmente i tratti e il carattere dell’anime del 1979. Oscar è ancora lo stesso personaggio magnetico e tormentato, André resta lo sguardo innamorato che la accompagna in ogni momento. Questo è, senza dubbio, il punto di forza del film.

Tuttavia, la narrazione risente pesantemente della durata cinematografica. In poco più di un’ora e mezza, la storia attraversa quasi vent’anni di eventi cruciali. Tutto è troppo veloce: i passaggi emotivi, gli sviluppi politici, i drammi personali. Eventi che nell’anime del ’79 trovavano il tempo di respirare, qui scorrono come un montaggio accelerato. Un esempio? Madame du Barry, la controversa favorita di Luigi XV, che nell’opera originale è centrale per raccontare le tensioni della corte e l’ingresso di Maria Antonietta nel potere, non viene nemmeno menzionata. E come questo, diversi episodi fondamentali vengono omessi o appena sfiorati.

Infine, un altro elemento discutibile è la colonna sonora. Seppur potente e d’atmosfera, la musica è onnipresente e invadente, con sequenze che sembrano più l’inizio di una serie TV che parte integrante del racconto. Il risultato è che molte scene finiscono per perdere pathos, sommerse da melodie epiche ma ridondanti.

La curiosità era tanta, ma la visione non ha pienamente soddisfatto le mie aspettative. Un’occasione mancata per un’opera che avrebbe meritato più tempo e profondità. Vedere Lady Oscar tornare sullo schermo è stato emozionante. Ma forse proprio perché l’amavo tanto, le mie aspettative erano troppo alte. Il cuore ha riconosciuto i personaggi, ma la storia ha corso troppo in fretta.

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